Venerati e Cari Confratelli,
veniamo da mesi particolarmente impegnativi e intricati, che dettagliano una condizione sempre più complessa, per noi italiani come per l’Europa. Non si è infranto un equilibrio da riaggiustare; è accaduto qualcosa di più consistente e profondo che ha portato a galla di colpo le contraddizioni, le ingenuità, le fughe in avanti, gli squilibri, i rinvii accumulatisi nei decenni e sui quali evidentemente ci si illudeva di continuare a lucrare. Bisognerà riflettere per meglio comprendere le radici profonde – culturali, morali ed economiche – della crisi, ma nel contempo dobbiamo farci carico del pregresso, anche quello più rinviato e sgradevole. Non è la prima volta, nell’Italia moderna, che si debbano affrontare prove dure e inesorabili.
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