Nosiglia: “Quella locandina offende anche i non credenti”

2/09/2014 
 
Cesare Nosiglia

CESARE NOSIGLIA

L’arcivescovo di Torino interviene sulla polemica suscitata dall’immagine di una donna che schiaccia un’icona, locandina usata per promuovere una mostra

REDAZIONE
ROMA

 

Una donna obesa e nuda, sullo sfondo di un muro scrostato, schiaccia con una scarpa un'icona religiosa. Questa l'immagine di una locandina-scandalo utilizzata per promuovere una mostra patrocinata dal Comune e che ha suscitato accese polemiche a Torino. Quell'immagine ha provocato proteste delle opposizioni, e imbarazzo nella maggioranza, al punto che il Comune ha deciso di ritirarne il patrocinio

 

Sul tema interviene l’arcivescovo di Torino, mons Cesare Nosiglia: «Colpisce dolorosamente, in quell'immagine, il modo in cui viene usato il corpo di una donna, proprio  quando cresce, nella nostra cultura, un'attenzione più diffusa e consapevole alle strumentalizzazioni e alle violenze che sulle donne si commettono. I cristiani sono abituati a vedere e a riconoscere, nel corpo umano, la presenza stessa del Cristo Salvatore, e dunque la fraternità profonda, il rispetto reciproco che deve caratterizzare i rapporti fra le persone – e, ci pare, anche la rappresentazione della persona».

 

Prosegue Nosiglia: «Sotto i piedi di quella donna, invece, non ci sono solo le immagini sacre ma emerge la mancanza di tale rispetto, doveroso per tutti e non solo per i credenti che vedono in quelle icone calpestate il volto del loro Signore e della Madonna. In quel montaggio c'è la protervia di chi si crede al di sopra di ogni minima regola etica; di chi pretende, in nome di una supposta scelta artistica, che tutti debbano accettare qualsiasi sfregio anche al più sentito e profondo senso religioso degli altri».

 

 

«Sono certo – conclude il presule – che ogni persona di buon senso e di buon gusto saprà valutare questo episodio per quello che merita. Soprattutto quando certe scelte «artistiche» diventano un modo facile, troppo facile per cercarsi pubblicità attraverso le polemiche».

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