«Troppo spesso scordiamo che siamo peccatori»

7/10/2014 

Papa Francesco

(©Ansa)

(©ANSA) PAPA FRANCESCO

Il Papa a Santa Marta: «Ognuno di noi ha una storia, non si può pregare ogni giorno come se non si avesse»

DOMENICO AGASSO JR
ROMA

Ogni persona ha una storia che non va dimenticata. Un invito a «fare memoria della nostra vita», con le cadute e i successi, è stato rivolto da papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta (celebrata prima di presenziare all'apertura della terza congregazione generale del Sinodo straordinario sulla famiglia).

L’omelia del Pontefice – sintetizzata da Radio Vaticana –  si è basata sul brano del Vangelo in cui san Paolo fa memoria della sua storia, del suo essere parte di un popolo e di averlo anche perseguitato. «Questa abitudine di fare memoria della nostra vita – ha commentato Papa Bergoglio – non è molto comune tra noi. Dimentichiamo le cose, viviamo nel momento e poi dimentichiamo la storia. E ognuno di noi ha una storia: una storia di grazie e di peccato, una storia di cammino, tante cose… Fa bene – ha proseguito Francesco – pregare con la nostra storia». Come cristiani non bisogna cancellare le fragilità e gli errori del nostro passato ma seguire l'esempio di san Paolo che dice: «Io sono stato un persecutore, io sono stato cattivo!», e così «fa memoria del suo cammino»; è il suggerimento del Papa.

Secondo Bergoglio, «fa bene pregare con la nostra storia. Uno lo fa Paolo, che racconta un pezzo della sua storia ma in genere dice: “Lui mi ha scelto! Lui mi ha chiamato! Lui mi ha salvato! Lui è stato il mio compagno di cammino…”». «Fare memoria sulla propria vita – ha ripreso – è dare gloria a Dio. Fare memoria sui nostri peccati, dai quali il Signore ci ha salvati, è dare gloria a Dio».

Per questo, ha continuato, «Paolo dice che lui si vanta soltanto di due cose: dei propri peccati e della grazia di Dio Crocifisso, della sua grazia». San Paolo, ha detto il Pontefice, «faceva memoria dei suoi peccati, e si vantava: “Sono stato peccatore, ma Cristo Crocifisso mi ha salvato” e si vantava di Cristo. Questa era la memoria di Paolo». «Questa – ha spiegato papa Francesco – è la memoria che noi siamo invitati dallo stesso Gesù a fare».

Francesco ha dunque ammonito: «Non si può pregare ogni giorno come se non si avesse una storia». «Ognuno ha la sua – ha affermato – E con questa storia nel cuore andiamo alla preghiera. Ma tante volte siamo distolti dai lavori, dalla giornata, dal fare quelle cose che dobbiamo fare, e dimentichiamo questa storia». La relazione con Dio, ha detto ancora Papa Bergoglio, «non incomincia il giorno del Battesimo: lì è sigillata». Incomincia «quando Dio, dall'eternità, ci ha guardati e ci ha scelto. Nel cuore di Dio, lì incomincia». Per questo, ha spiegato, dobbiamo «fare memoria della nostra scelta, quella che Dio ha fatto su di noi. Fare memoria del nostro cammino di alleanza. Questa alleanza è stata rispettata, o no? Eh no: siamo peccatori e facciamo memoria, e fare memoria della promessa che fa Dio e mai delude, che è la nostra speranza. Questa è la vera preghiera».

Il Papa ha quindi concluso l'omelia con l'invito a pregare con il Salmo 138: «Signore, tu mi scruti e mi conosci. Tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo. Intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo». «Questo è pregare – ha scandito Francesco – pregare è fare memoria davanti a Dio della nostra storia. Perché la nostra storia è la storia dell'amore suo verso di noi».

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