Parla Ángel V., il messicano che ha ricevuto da papa Francesco una preghiera di liberazione il giorno di Pentecoste

28/05/2013 

 

“Quei demoni continuano a tormentarmi”

   

La preghiera di Francesco su Angel

LA PREGHIERA DI FRANCESCO SU ANGEL

MAURO PIANTA
ROMA

«Ci sono momenti in cui sembra che i demoni stiano per uscire. Li percepisco in bocca, quasi fuori da me, sento che mi si gonfia il collo. Ma poi no, non se ne vanno».

Ángel V., 43enne messicano, è l’uomo che più di una settimana fa ha ricevuto la “preghiera di liberazione” da papa Francesco in piazza san Pietro, al termine delle celebrazioni per la Pentecoste. Guai, per il Vaticano, a parlare di “esorcismo”. Ha scelto il quotidiamo spagnolo El Mundo, Ángel V., per raccontare la storia della sua possessione: «Voglio aiutare tutti  quelli che sono nelle mie condizioni e non vengono creduti: ecco perché per la prima volta nella vita ho deciso di lasciarmi intervistare».

L’uomo, messicano di Michoacan, ha due figli. Una famiglia normale, la sua. Solo che, come racconta, ogni tanto cade preda dei demoni che albergano in lui. Sono quattro, per la precisione, e lo tormentano dal 1999. A nulla è servito l'aiuto di 12 preti esorcisti, compreso padre Gabriele Amorth.

«È stato nel 1999: ero su un autobus, di ritorno da Città del Messico. Ho sentito come una forza entrare nell’autoveicolo. Non la vedevo, ma la percepivo. Si è avvicinata e si è fermata di fronte a me. A un tratto ho avvertito come una pugnalata al petto, mi sentivo come se mi dovessero aprire le costole».

Inizialmente Angel credeva si trattasse di un attacco cardiaco, ma il cuore non c’entrava. Pian piano la sua salute è iniziata a peggiorare: cadeva improvvisamente in stato di trance e sentiva la pelle come bucata da mille aghi: «Mi dicevano che parlavo in altre lingue. Nessun medico riusciva a spiegarmi cosa mi succedeva. Ho fatto test, radiografie, analisi… Ma nessuno è mai riuscito a darmi una spiegazione».

«Ho avuto tantissima paura – osserva -. Mi sono anche sentito sporco al pensiero che dentro di me ci fosse qualcosa di malefico». E i familiari, come hanno reagito?  «Loro – ha risposto Angel – inizialmente si sono mostrati increduli: ancora oggi qualcuno dei miei fratelli ritiene che tutta la vicenda sia frutto di uno squilibrio psicologico. So che in tutti i paesi del mondo c’è tanta gente nella mia stessa situazione. Persone che si sentono incomprese dalla propria famiglia, dai propri amici e persino dalla propria Chiesa».

A Pentecoste c’era stata la preghiera di Francesco e poi l’intevento di padre Amorth. Ma non è cambiato nulla. Lo stesso Amorth lo aveva spiegato: si tratta di una possessione particolare, contentente un “messaggio”. Quale? Fino a che i vescovi del Messico non condanneranno pubblicamente l’aborto (introdotto in Città del Messico dal 2007), fino a che non vi sarà atto di riparazione a Maria e un atto di consacrazione di tutta la nazione, Ángel sarà condannato a convivere con i suoi demoni.  

 
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